Dal folto del bosco giungono rumori strani… è il crepuscolo: gli uccellini tacciono , non c’è un alito di vento. È come un brusio sommesso, costante, di un essere
in movimento. Come descriverlo? L’acqua che bolle in pentola è una melodia armoniosa rispetto a questo borbottio animalesco! Ecco, adesso si distingue meglio: è un parlottare senza interruzione,
un miscuglio di ruggiti e lamenti, colpi di tosse, guaiti ed aspirazioni… Una via di mezzo tra il patois di Introd e di Ayas! Ma non si tratta di una persona, un eremita, un turista disperso o
una guardia forestale che fa straordinari controvoglia… NO! Si tratta di un animale che al pari del dahu ha dato di che pensare e studiare a scienziati, zoologi e soprattutto etologi: è il
Greundzo, mammifero selvatico che abita i nostri boschi da tempo immemorabile. Quando siete soli al mayen o in alpeggio, e sentite qualcuno grugnire, non crediate SEMPRE che sia il vostro arpiàn
o il vostro vicino di villetta che si lamenta… (oddìo, forse ogni tanto sì!)… in realtà è il Greundzo, che fa risuonare tra gli alberi del bosco il suo mal de vivre.